Mentre pochi giorni fa il Tribunale di Milano ha intimato il reintegro di tre dipendenti licenziati a fine 2014, la filiale italiana di Nokia Networks, che conta circa 350 dipendenti, con due lettere inviate alle sigle sindacali Fim Fiom e Uilm ha comunicato “il recesso con effetto dal 31 Dicembre 2015 di ogni accordo aziendale attualmente in vigore. Entro la fine dell’anno in corso cesserà di applicare nei confronti del proprio personale il ccnl per i dipendenti delle industrie metalmeccaniche e dal 1° gennaio 2016 sarà applicato il ccnl per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di telecomunicazione”.
Mentre il Governo ha chiesto ai vertici dell’azienda un incontro per discutere del futuro di Nokia in Italia, anche in merito alla cessione della Alcatel Lucent di Trieste all’americana Flextronics, Roberta Turi della Fiom commenta duramente il comportamento di Nokia, chiamando in causa il Governo che “dovrebbe intervenire nei confronti della Finlandia per far assumere dei comportamenti corretti a Nokia nei confronti dei propri dipendenti e delle istituzioni italiane”.
Sì ma se nokia non ha evidentemente molti soldi come possono pretendere?E’ come volere bere a tutti i costi da un pozzo mezzo asciutto…un po’ come avviene in Italia e in altre parti del mondo in questi pazzi tempi.